martedì 17 luglio 2012

Monte Colmet

Il weekend sarebbe dovuto essere un fine settimana di alpinismo. Pianificato da mesi. Desiderato.
Poi ho guardato le previsioni del tempo e la decisione è stata di rinunciare: perturbazione da nord, vento tempestoso sulle creste di confine, possibili temporali, freddo. Ok, serve una gita di ripiego.

La scelta è caduta sul Monte Colmet, 3024m nei pressi di Morgex, in Valle d'Aosta.
 Gita di grande soddisfazione nonostante il panorama fosse coperto da un bel po' di nuvole e facesse un bel po' di freddo. Però ha confermato la correttezza della scelte: infatti tutte le cime a nord della Vallée erano coperte di nuvole. Ho poi letto la sera che due alpinisti sono morti sul Monte Bianco per il freddo dopo essersi smarriti nella nebbia. Mah... Da parte mia sono convinto che le montagne non scappino: se questa volta non posso andare su ghiacciaio, ci andrò un'altra volta...

Il percorso è molto vario: inizia dal Colle di San Carlo con un stradina pressoché in piano fino al Lago di Arpy.
Lago di Arpy: la cima nelle nuvole è il Monte Colmet, la nostra meta.
Dal lago il sentiero diventa finalmente un sentiero e comincia a salire con passo regolare fino ad alcune serie di gradoni che permettono di giungere al lago di Pietra Rossa.
Già dall'ultimo tratto di salita si può ammirare un panorama impressionante su tutto il Monte Bianco. Noi ci siamo limitati a d intravederlo tra gli scorci lasciati dalle nuvole.
Il Monte Bianco visto dal lago di Pietra Rossa
Il sentiero a questo punto scompare per lasciar posto ad una traccia fatta con qualche freccia gialla e molti ometti. Divertenti roccette e qualche nevaio portano alla selletta tra la cima settentrionale e la cima meridionale, dove è anche presente un vecchio ricovero in pietra. Ci dirigiamo verso la cima Nord, più facile anche di qualche metro più bassa della cima Sud. Veloci fotografie e poi immediata discesa: il vento è freddissimo e arrivano persino alcuni fiocchi di neve (o ghiaccio?).
Foto dalla cima: lago di Pietra Rosa e panorama sulla Valle d'Aosta
Durante la discesa c'è ancora il tempo di godersi la grandiosità degli spazi ed immaginare come sarebbe stato senza tutte quelle nuvole... da ritornarci... magari piantando una tendina al lago di Pietra Rossa...

mercoledì 4 luglio 2012

Capanna Forno

Nel fine settimana sono andato a camminare con $D, un suo amico ($F) ed un'amica del suo amico ($L). La meta era una valle laterale del passo del Maloja, in Svizzera: la valle del Forno. Nonostante frequenti l'Engadina da più di trent'anni (la prima volta che ci sono stato non camminavo), quella valle non la conoscevo ancora. Anzi, non ne conoscevo nemmeno l'esistenza!

Beh, l'esplorazione è stata proficua: a poco meno di un'ora di cammino dalla macchina si raggiunge il Lac de Cavloc, uno dei posti più belli che abbia mai visto!

Lac de Cavloc
Purtroppo le foto non rendono l'atmosfera da fiaba che si respirava sulle rive di quel lago, sembrava davvero di essere in una cartolina. Già di per sé, il lago, è un posto che merita la gita: mi sento di consigliarla anche ai camminatori meno allenati.

Il sentiero procede salendo leggermente ancora brevemente nel bosco per poi inoltrarsi nelle pietraie moreniche. Non è un sentiero faticoso, ma la distanza che separa dal ghiacciaio è notevole e il dislivello minimo.

Verso il ghiacciaio
La fronte della Vadrec del Forno, in parte coperta dai detriti
 La fronte del ghiacciao, la Vadrec del Forno, la si raggiunge in un paio di ore di cammino dal lago. Il sentiero per la Capanna del Forno prosegue sul lato sinistro del ghiacciaio: dapprima molto coperto di detriti, poi più pulito.
La bandiera della Capanne del Forno CAS
Per arrivare al rifugio è necessario poi inerpicarsi sulla morena e poi su alcune cenge un po' esposte (e messe in sicurezza con cavi e addirittura una scaletta). La vista dell'immancabile bandiera svizzera rincuora sulla vicinanza del rifugio.
Dalla capanna si gode della panoramica sull'intero ghiacciaio, che ricorda da vicino il (molto) più grande Aletschgletscher.
Vadrec del Forno
Il ritorno è senza storia, e piuttosto lungo: ci vuole più o meno lo stesso tempo che a salire. Chiacchierando però la strada vola via veloce.